“Etnobotanica in Calabria”: uno speciale tributo di riconoscenza al mondo rurale calabrese. Cinquecentotrenta (530) piante raccontate, sia dal punto di vista scientifico che storico-culturale, in una pubblicazione (Rubbettino editore, pp. 341, euro 25) tra le più complete e affascinanti nel panorama etnobotanico italiano. Memoria orale e scienza indagate e mixate con rigore e intelligenza da professionisti di solida formazione, ma soprattutto mossi da una strenua passione per il proprio habitat. Il Centro studi di etnobiologia della “Riserva Naturale Valli Cupe” mette a disposizione un formidabile strumento per saperne di più sul rapporto uomo-natura e cultura-natura, che, come le piante, affonda le radici in una tradizione euro-mediterranea millenaria. I fiori e le erbe rappresentano la cronaca di un’antica storia quotidiana raccontata dagli alberi, dagli uomini, dalle mani, dagli strumenti di lavoro e di svago, dagli oggetti di un’archeologia agricola che si fa ripensare nel presente. Scienza e non solo. Sapevate che nei boschi c’è una pianta (l’erva do perdimìantu/l’erba dello smarrimento) che nessuno è mai riuscito a identificare e che è capace, se calpestata inavvertitamente, di far perdere l’orientamento anche alle persone più esperte nella conoscenza dei luoghi?